Autostima
La sensazione di autostima è innata nelle persone. Infatti l’uomo è sempre convinto che quando le cose vanno bene è grazi a lui e se le cose vanno male è colpa degli altri.
Fino questa riga sembra scontato ciò che ho sottopiatto. Ma la cosa più innovativa è ciò che descriverò.
Riprendo la narrativa, per semplificare la spiegazione, dei capitoli precedenti dove l’uomo di notte di imbatte sul suo cammino dei brutti ceffi. In quella occasione abbiamo analizzato la sensazione di paura nel dover passare attraverso il gruppetto. Poi di sicurezza perché non gli è successo niente. Di felicità perché non ha cambiato strada.
Ora entra nella fase di autostima. È dato dalla circostanza dell’unione delle tre fase. Precedentemente da lui vissute. Che lo portano ad una forte autostima della sua persona.
Ora l‘uomo si sente di attribuire a se stesso l’ottimo esito della situazione.
Dimenticandosi che inizialmente e per tutto il tragitto ha avuto paura.
Penserà che se non è stato aggredito o non è successo nulla di spiacevole è stato solo per il fatto che lui ha gestito bene la situazione.
Il merito non è del gruppetto che avevano altro da pensare lasciandolo andare senza importunarlo.
Ecco allora che subentra il senso di autostima perché ha affrontato coraggiosamente la situazione e non ha trovato una strada alternativa. Potrà così raccontare in giro che ha saputo affrontare i brutti ceffi, scartando da subito l’alternativa di una strada secondaria. Agli occhi di chi racconterà la sua versione dei fatti l’uomo riceverà grandi lodi.
L’autostima, è una condizione per la quale anche se il merito non è nostro, ma sarebbe da attribuire a fattori circostanti, viene sempre attribuita a noi stessi.