Gestire il social dal TUO punto di vista non è sempre volta a una visione globale
Ognuno di noi ha un forte senso di autostima, pensando di avere capacità oltre la media, infatti da una intervista fatta agli automobilisti è emerso che tutti si sentono guidatori sopra la media. Oggettivamente se tutti si sentono sopra la media, allora non è più una media, perché se tale fosse allora il dato dovrebbe essere composto dal peggio fino ad arrivare al migliore. Invece, l’affermazione evidenzia che tutti ci sentiamo migliori.
Questa riflessione va letta in chiave social network, le opinioni di molti utilizzatori è che facebook è uno strumento che può essere gestito da un bambino. Visto la semplicità di utilizzo dell’app, che effettivamente è a prova di bambino.
La situazione non è proprio così, anzi direi che se affidiamo uno strumento di lavoro a un bambino questo lo tratterà come tale.
Contrariamente a quanto si è soliti pensare o fare non è così. Il punto di partenza è anche solo la proprietà della pagina stessa.
In molti casi i titolari dell’azienda non sono i titolari della pagina aziendale facebook, ma lo sono i dipendenti o amici ai quali hanno delegato la costruzione della pagina. Quando scoprono di non essere i titolari?
Quando il dipendente va via abbandona la pagina che rimane senza un dominus.
Immaginate le peripezie necessarie per recuperare una pagina che ormai è abbandonata a se stessa, visto che l’interlocutore Facebook non ha mai pensato a creare un sistema serio di assistenza, d’altronde come dargli torto visto chi e come i fruitori trattano il sistema.
Per tanto il titolare delegando una mansione a dir poco banale che potrebbero fare in poco minuti, rischia di perdere la pazienza per riavere ciò che di diritto gli spetta, ma ormai per riaverla o è troppo tardi o è difficilissimo.
Nella situazione contingente è necessario che il titolare abbia prontezza delle scelte e capisca che il suo punto di vista non è ampio, ma è quadrato e circoscritto. L’architettura del sistema social è molto vasta per tanto è necessario una visione molto attiva della questione. Se si vuole puntare a raggiungere risultati apprezzabili.
Se pochi sono sopra la media, se la gestione dell’attività social non può essere delegata a famigliari o colleghi e se non si ha una visione ampia della formulazione non si può pretendere di avere un punto di vista obbiettivo. Dietro a delle scelte scellerate si nasconde la voglia di non dover prendere una decisione e quando si presenta il problema si opta inevitabilmente nel fare giusto per dire “vedi che lo sto facendo”. Una mentalità radicata che difficilmente si riuscirà ad estirpare.
E’ condivisibile la necessità di avere un terzo punto di vista su come gestire la quotidianità del social network, che deve passare necessariamente da valori e obbiettivi strategici.