Il più forte si fortifica.
A sopravvivere sono sempre i più forti, difatti le crisi tendono a rendere ancora più solide quelle aziende che già lo erano.
Le crisi economiche mettono in sordina i paradigmi che ci sono stati tramandati da generazione in generazione.
Su fronti opposti troviamo chi subisce la crisi e chi cavalca la crisi. Chi subisce la crisi non sono i più deboli ma sempre i più disorganizzati e meno istruiti. Ne fanno parte, tutte quelle partite I.v.a. che non hanno saputo guardare al di là del proprio naso.
Di contro le multinazionali sono quelle che della crisi hanno operato razzie e di laute plusvalenze. Non sono più forti, semplicemente sono più istruiti, più organizzati e sanno come raccogliere i capitali degli altri soggetti per raggiungere i loro obiettivi.
In questo contesto analizziamo del perché vi è una sorta di riluttanza a concepire la crisi come un’occasione.
Da un punto do vista esogeno ed endogeno vi è una mancanza di:
Obiettivi strategici.
Gli imprenditori non operano per mezzo di una strategia, ma per fiuto imprenditoriale. Hanno una specie di riluttanza a pianificare obiettivi strategici. Dovrebbe, invece balzare l’evidenza della necessità di sviluppare dei piani. Una lezione che dovrebbero imparare è sforsarsi a delegare. Più mansioni vengono delegate e meglio verranno svolte. La delega non è atta a togliersi degli impicci, ma far fare a qualcun altro meglio ciò che lui sta facendo.
Un successo clamoroso, arriverebbe se, gli imprenditori avessero chiari gli obiettivi di fatturato, di organizzazione. di diversificazione, ecc.. Invece si galleggia, o come canta Orietta Berti: “fin quando la barca va. lasciala andare”.
Diversificazione
Tutte quelle imprese che sono in possesso di un profilo finanziario convincente, dovrebbero supportare investimenti in diversificazione di business unit. Anche se sembra che i caratteri istituzionali del sistema imprenditoriale, perseguono altri stili.
Una diversificazione di business unit per quanto possa rendersi operativamente complessa e articolata, nel medio e lungo periodo può apportare significativi apprezzamenti. I grandi valicatori della crisi, sono abili e ingegnosi diversificatosi di business unit. Raggiungendo una nutrita serie di estensioni. Queste nei periodi di depressione, scaturite da un ciclo economico negativo, controbilanciano le unità in perdita con le unità in utili ma quando il ciclo è favorevole genera iperboliche somme.
Investimenti in capitale umano
I tratti fondamentali dei successi aziendalistici sono racchiusi negli investimenti in capitale umano cosa ben chiara ai big, mentre vi è una maggiore fragilità da parte degli imprenditori domestici a investire in questo fronte.
Tutt’al più le poche eccellenze utilizzano la propria influenza per accaparrarsi talenti, con severe condizionalità.
Sulla base di obiettivi già pianificati, in questo contesto, gli sforzi da parte degli imprenditori dovrebbero essere maggiori. Gli investimenti in risorse umane potrebbero essere propedeutiche a una grande spinta economica.
La crisi, dunque morde sempre i più deboli.