Il prezzo è inteso come salario?
Nelle varie riflessioni che ogni giorni si compiamo, dovremmo dedicare del tempo anche a ripensare al confetto di prezzo o salario.
Il capitale dato da lavoro è sempre stato considerato come impiego del proprio tempo, lavoro fisico ceduto per un determinato prezzo orario e per un arco temporale ben definito.
Notoriamente il lavoratore è ben conscio che ogni tipo di attività ha una sua quotazione.
Vediamo l’ipotesi che un imprenditore alle prime armi si debba trovare nella annosa situazione di dover selezionare il personale. Pe esempio un cuoco un pizzaiolo e un cameriere.
L’imprenditore dopo un giro di consultazioni tra vari professionisti o colleghi, verrà a conoscenza della spesa media. Ovvero del salario medio per ogni fascia di categoria.
Quando, le tre figure si presenteranno al colloquio di lavoro, sapranno già cosa il futuro datore di lavoro gli prospetterà.
Allora le parti potranno attingere alle loro capacità di mediazione per stappare il prezzo/salario più o meno conveniente tra le parti.
Il prezzo che si determina è vero che è dato dall’incontro dalla domanda e dall’offerta?
Mi verrebbe da dire no!
L’incontro tra la domanda e l’offerta è quando in una mediazione una parte propone 10 e l’altra 1.0000. Allora si potrebbe parlare di incontro.
Qui sembra che si parla più di un prezzo prefissato a monte, e se a chi domanda lavoro gli va bene, bene, altrimenti che si faccia avanti un altro.
E’ anche vero che bisogna tenere da conto della scarsità delle risorse a disposizione dell’imprenditore. Che anche lui deve vendere a sua volta i suoi prodotti a un prezzo che a sua volta deve trovare un incontro tra domanda e offerta. Ma anche qui potremmo dire che non è così. Ma ci fermiamo.
Ritorniamo al concetto di prezzo. Analizzando il concetto del ciclo del prezzo, il lavoratore si trova nella condizione ottimale di accettare il lavoro al ristorante.
Con il tempo sopraggiungono una serie di elementi che alterano in maniera positiva il prezzo a lui proposto. Come gli scatti di anzianità, gli assegni famigliari, i benefit, aumenti, straordinari, ecc..
Sono tutti elementi che possono portare ad un aumento del prezzo concordato.
Il tutto andrà avanti fono all’esaurimento del tempo e dunque del contratto o per pensionamento o licenziamento.
Potemmo analizzare come la teoria del prezzo si sposi molto bene con il prezzo salario.
La prima delle fasi da noi individuata è la paura. Il pretendente al posto di lavoro, è pieno di paura ed ansia. Perché si pone mille domande come sarà il posto? Mi piacerà? Mi prenderanno? Che salario mi proporranno? Mi pagheranno regolarmente?
E’ assolutamente plausibile avere mille domande che ingenerano inconsciamente una condizione di paura.
Siamo cresciuti con lo slogan: studia e trovati un posto fisso!
Andiamo avanti, passato il colloquio entriamo nella fase della sicurezza. Il datore o la figura preposta ci ha rassicurato su tutte le domande e che gli abbiamo esposto.
Ora sappiamo il prezzo che ci verrà pagato, le condizioni nel più ampio senso del termine.
Visto che siamo stati rassicurati, anche sulla sicurezza di ricevere tutte le condizioni a cui si aspirava. Diamo il nostro consenso alla sottoscrizione del contratto.
Ora subentra la sensazione di felicità. Siamo contenti per il posto di lavoro, per il prezzo concordato e tutte le altre condizioni affini.
Tutte le tre condizioni sopra esposte in fine ci portano alla stato di autostima. Perché ci complimentiamo con noi stessi. Abbiamo trovato il posto giusto.