La variabile del prezzo nei portali di acquisto di gruppo

La variabile del prezzo nei portali di acquisto di gruppo

Sono orami ben noti a tutti i portali di acquisto di gruppi.

Questi portali oltre a essere divenuti famosi sono molto popolari.
La loro funzionalità è molto semplice è quella di dare l’opportunità al commerciante di esporre un prodotto/servizi a condizione che questo venga messo in vetrina on-line a un prezzo notevolmente inferiore a quello di listino. Meglio se scontato al 50%.

Il consumatore potrà acquistare il prodotto/servizio, ma l’acquisto si perfezionerà solo ed esclusivamente se più consumatori entro un limite di tempo prestabilito dal portale web ne acquisteranno un quantitativo minimo.

Se si verificherà la condizione di acquisto minimo richieste allora il cliente potrà usufruire del prodotto/servizio. In caso contrario i soldi verranno resi. E’offerta sarà persa per sempre.

La riflessione del ciclo di vita del prezzo nasce da una questione molto limpida, e trova la sua connotazione nel web.

Il commerciante, supponiamo che voglia aderire al meccanismo di offerte on-line. E’ decide di vendere una cena tutto incluso che a listino quoterebbe 100€ a persona. Nel portale di offerte viene proposta invece a 50€, dunque al 50% di sconto.

Il prezzo, da prendere in considerazione è di 100€ che è quello listato. Ma durante il periodo di adesione all’offerta, il prezzo scende del 50%, per poi tornare nuovamente al prezzo di partenza.

Dunque in comunicazione on-line scende del 50%.

Dal nostro punto di vista questa sua oscillazione non è altro che un ciclo. A ben vedere infatti, questo nasce, cresce per poi declinare.

In teoria poi il prezzo torna alla base di partenza. Gli interrogativi che ci poniamo sono: una volta che il cliente ha aderito all’offerta o al “deal” pagando il 50% il valore del prodotto originale, così che il consumatore tornerà a pagare il 100% della pietanza.

Perché il consumatore dovrebbe tornare ad acquistare al prezzo pieno?

Questo postulato per noi non trova fondamento, nel senso che, se un consumatore può trarre un vantaggio, perché mai dovrebbe tornare e pagare una cosa di qui ha già usufruito a un prezzo maggiore.

Dobbiamo anche considerando che non si tratta di un bene di consumo indispensabile. Ma è un bene che può essere sostituito da tanti altri in egual, minore o maggiore misura.

Allora se non si tratta di un bene primario o indispensabile per il consumatore, che può essere sostituito o addirittura ne può fare a meno. Il ciclo di vita del prezzo trova la sua giusta allocazione, affermando che non è il prodotto ad aver esaurito la sua vita, ma l’artefice è stato esattamente il prezzo. Il quale ne ha decretato la sua estinzione.

Faccio una parentesi, tenendo sempre a mente che il sottostante rimane sempre il web. Nel senso che l’applicazione dell’offerta cognitiva di prezzo, può accadere oggi, attraverso l’etere o gli strumenti digitale nella loro ampiezza e diffusione.

Dal punto di vista del consumatore la situazione è diametralmente opposta alle condizioni sopra esposte.

Il consumatore diventerà futuro cliente solo se ad acquistare lo stesso bene saranno più persone. Questa condizione di limitazione all’acquisto lo indurrà a sollecitare altri suoi simili all’acquisto o addirittura a convincerli della propositività dell’offerta, fino ad indurli all’acquisto.

Più siamo e più ci guadagnano potremmo dire con effimera semplicità.

Non dobbiamo sottovalutare il word of mouth, perché si potrebbe generare una catena. Un vero e proprio passaparola. Quel passaparola che porterà inequivocabilmente al raggiungimento dell’obbiettivo di acquisto del prodotto. Per raggiungere il minimo garantito per farsi erogare il coupon.

La leva, oltre ad essere il prezzo, è il tempo che corre sullo stesso binario della scarsità.

Nel senso che l’offerta non è a tempo indeterminato, ma ha un arco temporale bene definito. Questo meccanismo innesta una spinta propulsiva all’acquisto. Perché decorso il tempo, l’offerta sarà persa per sempre. O così ci viene detto.

A questo punto dovremmo soffermarci a riflettere cosa avviene nel luogo dove il commerciante esercita.

Il prodotto da lui confezionato e stato creato appositamente per il lancio dell’offerta oppure sono componenti presi dal menù e poi composti oppure sono prodotti extra menù?

Da un campione di ristoranti intervistati, che hanno aderito ai portali di deal, hanno tutti confermato che si trattava di un puzzle del menù.

Per tanto non erano prodotti introdotti nuovi. Ma l’applicazione del 50% di sconto avveniva direttamente sul loro listino.

Ora, che abbiamo chiarito anche questo aspetto, dovremmo capire come può reagire il consumatore che abitualmente frequenta la location. Quando scopriranno che che altri consumatori, e non loro, avranno un agevolazione.

La risposta potrebbe essere che il commerciante non saprebbe neppure lui cosa rispondere. Ma sicuramente creerà dei dissapori, perdendo anche la sua clientela abituale.

O la verità è che l’offerta del prodotto è un palliativo per affrontare un ciclo economico non roseo.

Speranzoso che attraverso un prezzo ragionevolmente oltre la norma possa fare da calamita e attrarre più consumatori. Ma una volta che il consumatore, per fare un gioco di parole, ha consumato. Siamo certi che tornerà?

La risposta non è difficile da capire, forse ha richiesto un po di tempo prima che si palesasse.

Basta semplicemente comparare i prodotti/servizi offerti presenti agli albori nei portali di offerte. Con quelli offerti ai gironi nostri. In un arco temporale si potranno notare le variazioni di commercianti.

Allora il ciclo di vita del prezzo ha determinato il successo l’insuccesso dell’impresa.

La sua valutazione non può essere superficiale e priva di sottostanti, ma deve essere svolta con profondità e cognizione di causa effetto.

Per giungere alla conclusione possiamo pensare che l’incontro della domanda e dell’offerta avviene condizionatamente da alcuni fattori, uno di questi è il ciclo di vita del prezzo.